Il restauro della statua a Ruggiero Bonghi

Il monumento è stato realizzato da Enrico Mossuti.

Prima dei lavori di restauro

Ad inizio lavori il manufatto si presentava in pessimo stato di conservazione; oltre all’ evidente erosione superficiale erano presenti macchie, incrostazioni, colature e depositi superficiali di sporco di vario genere. La parte lapidea presentava piccole fenditure, disgregazione della materia (visibili soprattutto nelle parti più basse del manufatto), diffuso guano di uccelli nonché numerose e sovrapposte scritte vandaliche realizzate con pennarelli e bombolette spray. La superficie metallica era interessata da spessi depositi coerenti, prevalentemente, di natura organica nonché sedimenti inorganici. Gli inquinanti dell’aria e la pioggia reagendo ne hanno incrementato la corrosione, producendo macchie, colature e causando notevoli disomogeneità superficiali. I naturali processi corrosivi confermati dalle indagini diagnostiche hanno determinato la formazione di cloruri e carbonati di rame di colore verde chiaro (malachite e atacamite).
I solchi di dilavamento prodotti nella patina naturale hanno conferito alla scultura un risalto espressionistico che ne ha snaturato l’originaria plasticità e coloritura. La mancanza di manutenzione e l’inevitabile esposizione agli agenti atmosferici e all’ inquinamento (piogge acide, idrocarburi) avevano determinato la formazione di macchie giallastre (eccesso di sali solubili) e croste nere nelle zone non soggette al dilavamento delle acque piovane.

Gli interventi di restauro

Rimossi i depositi meno coerenti, con un lavaggio con acqua e spazzola di saggina, ed attesa l’asciugatura della superficie, sono state effettuate due serie di test: la prima con solventi organici, per indagare l’eventuale presenza di vernici protettive ancora in opera; la seconda per la riduzione chimica e meccanica dei prodotti di corrosione del rame. I test hanno dato esito negativo, circa le presenza di vernici protettive residue ed hanno orientato la pulitura verso un processo meccanico reso possibile mediante spazzolini a cono attivati da micromotore. Uniformata la superficie ad un livello di pulitura concordato con la Direzione Scientifica del restauro, i prodotti di corrosione
residui sono stati stabilizzati mediante impacchi con un complessante, tipo benzotriazolo, disciolto a bassa concentrazione in alcool: l’operazione è stata ripetuta più volte. Quindi, si è proceduto alla protezione dell’intera superficie con vernice a base di copolimeri acrilici, in solvente organico, con aggiunta di complessante: prodotto tipo Incralac. Sulla vernice è stato aggiunto uno strato sottile di cera microcristallina minerale, tirata a spazzola, allo scopo di rendere la superficie, per quanto possibile idrorepellente; lo stesso strato ha, anche, fatto da supporto per un discreto accostamento cromatico, ottenuto applicando, localmente, velature di cera pigmentata.

La struttura basamentale in piperno che presenta la scritta commemorativa “a RUGGERO BONGHI NAPOLI 1900” si presentava imbrattata da scritte vandaliche ed infestata da vegetazione. Un trattamento biocida capillare ed una rimozione meccanico chimica delle scritte hanno restituito la giusta dignità conservativa ed estetica al basamento. Le scritte vandaliche sono state rimosse con azione meccanica e gel remover a base di glicoli esteri e tensioattivi. La pulitura del piperno è stata poi rifinita con impacchi di B57 in polpa di carta. La stuccatura, con calce, polvere di piperno e sabbia desalinizzata, adeguata per granulometria e
colore alle caratteristiche materiche della struttura, hanno garantito la sigillatura di fenditure e commettiture al fine di prevenire il proliferare di vegetazione. Un accurato consolidamento con silicato di etile e la finitura con silossano hanno restituito resistenza e compattezza alla pietra. La protezione antigraffiti con polimeri paraffinici è la superficie di sacrificio volta a garantire una più facile rimozione delle scritte vandaliche.

 

La statua prima del restauro

 

La statua dopo il restauro